Che dono al Brasile!

Il vescovo di Nazaré ricorda l’impegno di don Luigi Cecchin

Sabato 27 marzo 2010 a Galliera Veneta, dopo il funerale di don Luigi Cecchin, sacerdote “Fidei donum” che ha speso oltre 40 anni della sua vita in Brasile abbiamo incontrato il Vescovo di Nazarè, diocesi a nord-est del Brasile, nello Stato del Pernambuco, di cui fa parte Limoeiro, città d’impegno missionario di don Luigi. Mons. Severino Batista De França, giunto in Italia per fare visita a don Luigi insieme al Vicario generale della stessa diocesi, don Antonio Inàçio, si è trovato a celebrarne il funerale, insieme al vescovo emerito di Treviso, mons. Paolo Magnani e a molti altri sacerdoti diocesani.

Da quanto tempo svolge il suo servizio come Vescovo nella diocesi di Nazarè?
Sono a Nazarè da tre anni, prima ero Pastore in Amazzonia.

Come ha conosciuto don Luigi?
Quando arrivai a Nazarè mi hanno parlato di un padre italiano che aveva creato un Centro di Formazione dove accoglieva i nostri bambini e ragazzi che vivevano in strada. Sono andato subito a trovarlo. Don Antonio, l’attuale vicario, era parroco di Limoeiro e viveva con don Luigi assieme ad altri due sacerdoti. Ho intuito immediatamente che il Centro di Formazione era l’anima di quel sacerdote, sempre così sereno e, direi, allegro. Con molta gioia e attorniati dai tanti bambini, abbiamo visitato i locali, mentre don Luigi mi parlava delle varie attività che si svolgevano nei laboratori, oltre che della scuola, della mensa e tutto il resto. Da quel giorno ho sempre appoggiato il suo lavoro e lui mi ha sempre invitato alle varie feste.

Lei è venuto qui per la malattia di don Luigi. Don Luigi era arrivato poco tempo prima. Quali erano i vostri pensieri prima della partenza?
Don Luigi non voleva venire in Italia; diceva sempre che stava bene. Lui non si lamentava mai dei suoi problemi di salute ed era instancabile, nonostante tutto. Io ho insistito ritenendolo necessario, così lui ha “obbedito”. Ma devo dire che il suo pensiero era di tornare tra i suoi ragazzi, tanto è vero che aveva acquistato un biglietto di andata e ritorno.

Cosa è cambiato nella vostra diocesi grazie al lavoro di don Luigi?
Risponde don Antonio: Don Luigi è riuscito a togliere centinaia di bambini dalla strada e a dare una vita dignitosa a moltissime persone povere e sofferenti. Egli ha realizzato e curava un programma che veniva trasmesso regolarmente alla radio in tutto il territorio per poter diffondere il Vangelo. Si è rivelato un importante sostegno per la fede di tante persone. Infine, si è preoccupato di portare a conoscenza della gente l’uso della medicina alternativa, in modo che potessero curarsi autonomamente in maniera corretta, dal momento che il servizio sanitario, per i poveri, non esiste affatto.
Risponde mons. Severino: Don Luigi è riuscito a cambiare la coscienza dei sacerdoti che grazie al suo esempio hanno allargato i loro orizzonti lavorando per i poveri ed occupandosi dei loro problemi. Ma non solo, anche in campo politico don Luigi ha fatto sentire, con coraggio, la sua parola di fede ed ha favorito la liberazione del paese dal regime dei Colonnelli. Infine voglio ricordare il suo grande impegno per combattere la violenza, che ha dato dei risultati straordinari, grazie alla sua fede, alla sua determinazione e alla fiducia che lui ha sempre riposto nel Signore.

Quali sono le prospettive e i progetti per il Centro?
Già in questi ultimi tempi, rendendomi conto del suo stato di salute, mi sono adoperato. Prevedo di convocare il Consiglio presbiterale e il Collegio dei consultori affinché la vita del Centro continui così come era sempre stata nei pensieri di don Luigi. Sarà nominato un sacerdote responsabile del Centro, coadiuvato da un’assemblea che possa eleggere un presidente. Don Luigi stesso proponeva la presenza dei sacerdoti “Servi della divina Provvidenza” fondati da don Calabria. Egli riteneva infatti, ed è anche la mia opinione, che essi avessero il suo stesso carisma per potersi occupare dei poveri e dei bambini. E questi sacerdoti hanno già dato la loro disponibilità.

Come saranno mantenuti i rapporti con l’associazione Avatem che sostiene a distanza i bambini del Centro?
La collaborazione con l’associazione è fondamentale per la vita del Centro, quindi continuerà attraverso il lavoro delle persone che si sono occupate del Centro insieme a don Luigi e se ne occupano tuttora.

Se potesse ancora rivolgere qualche parola a don Luigi, cosa gli direbbe? E cosa si sente di dire ai fedeli della diocesi di Treviso?
A don Luigi direi che riposi in pace perché noi faremo di tutto per portare avanti con tenacia il suo lavoro. Lui resterà sempre un riferimento e un testimone prezioso per il nostro clero. Alla diocesi di Treviso rivolgo la mia gratitudine per aver dato questo «regalo di Dio» alla Chiesa di Nazarè. Guardi con occhi riconoscenti il lavoro che don Luigi ha fatto in Brasile, quale testimone di vita vissuta, di vita spirituale e di preghiera, e sia consapevole di esserne parte. Il lavoro splendido di don Luigi deve essere valorizzato anche con la collaborazione delle nostre diocesi.

Anna Zanon - “La Vita del Popolo”, 11 aprile 2010